Ipnosi clinica in medicina e chirurgia

Ipnosi in Odontoiatria, in andrologia ginecologia, in dermatologia, in medicina, in cardiologia, in chirurgia.
Ipnosi in Odontoiatria
Psicologia, medicina e odontoiatria sono state le prime professioni ad individuare le possibilità di applicazione clinica, quando non c’era ancora il supporto dell’anestesia.
– La prestazione odontoiatrica, per il suo carattere intrusivo, per il mito fobico tramandato dal passato e dal presente, per i motivi di consultazione, generalmente dolorosi, storicamente è a qualunque età tra le più ansiogene.
-L’ipnosi è sempre stata vista come una possibilità di intervento analgesico e ansiolitico ed è stata ricercata in tutte le epoche . Nell’era scientifica, che convenzionalmente si fa risalire al 1778 con le pubblicazioni di Mesmer, si sono formalizzati interventi di consulenza odontoiatrica e di operatività diretta da parte del dentista.
– Dalla prima estrazione dentale documentata, nel 1839 da Jean Victor Duder, ci sono stati numerosi casi eclatanti, come asportazione di una emimandibola affetta da tumore.
Ipnosi in andrologia ginecologia
Il sistema nervoso è estremamente sensibile all’Ipnosi, questo spiega l’efficacia antalgica e la sua azione su argani ed apparati, mediata da ormoni e neurotrasmettitori. Si comprende quindi che l’effetto dell’Ipnosi va oltre i risultati psichici arrivando ai sintomi e segni fisici, come nei disturbi da eiaculazione precoce.
– In ginecologia si può intervenire efficacemente nei casi di preeclampsia, di dismenorrea, di pseudiciesi o falsa gravidanza, in cui scompare la mestruazione e insorgono tutti i sintomi del I trimestre, perfino il vomito mattutino e l’aumento del volume dell’addome. L’ipnosi è utile anche nell’infertilità psicogena come nel vaginismo. L’uso più ricorrente è l’autogestione del parto indolore mediante l’ipnosi.
Ipnosi in dermatologia
Lo stress, intenso o prolungato, crea in soggetti predisposti, alopecia areata, che trova nell’ipnosi un supporto adeguato, sostituendosi a cure farmacologiche, spesso controindicate per altri disturbi concomitanti. Il prurito sine materiae di difficile risoluzione si risolve con l’ipnosi. Le verruche virali, possono essiccarsi e cadere dopo alcune sedute di ipnosi. In letteratura vengono presentati casi di ittiosi le cui macchie si dissolvono col trattamento ipnotico.
Ipnosi in medicina
Il medico si pone spesso il calcolo costo-beneficio, intendendo quanto danno il farmaco può provocare rispetto al vantaggio per cui si prescriverebbe, e in certi casi complessi per la comorbidità di patologie gravi e l’età del paziente, la terapia ideale risulterebbe controindicata.
– In questi casi estremi si dà valore all’ipnosi che, senza arrivare a questi estremi, in qualsiasi circostanza può essere utile, se non in ionoterapia, in terapia combinata con minimi dosaggi di farmaci. Tanti sono i casi: trattamento con anticoagulanti, dolore cronico, nefropatie, epatopatie e soprattutto cardiopatie e ipertensione.
Ipnosi in Cardiologia
Nella prevenzione e nella riabilitazione di pazienti con disturbi cardiovascolari è indicata l’Ipnosi come terapia di sostegno, come psicoterapia, come supporto al trattamento farmacologico favorendone la riduzione del dosaggio e nelle comorbidità, con effetto ansiolitico, antalgico, ipotensivo, bradi-tachicardico
Ipnosi in Chirurgia
Uno dei problemi più comuni dalla diagnosi alla guarigione,  per quasi tutte le persone, è la diagnosi, la preparazione, la degenza. Una ragione è atavica: la salvaguardia della integrità fisica, l’istintivo rifiuto a subire manomissioni fisiche.
– Oggi si è abbastanza all’altezza di capire cosa sia un intervento chirurgico, addirittura in alcuni campi, spesso senza un reale bisogno di salute, vengono richiesti interventi chirurgici, per esempio in campo estetico. Eppure al momento dell’anestesia che ci fa perdere il contatto con l’ambiente, e il controllo, sorge ansia, paura, agitazione, affrontate con utili sedativi. Ma nei soggetti particolarmente sensibili alle reazioni dell’ansia, posso  insorgere traumi psicologici che interferiscono con la guarigione.
– L’Ipnosi viene usata, non solo per facilitare la preanestesia, ma come coadiuvante alla anestesia chimica, consentendo riduzione dei dosaggi abituali. È stato oggetto di ricerca l’effetto dell’Ipnosi sulla guarigione dei tessuti e si è costatato una significativa riduzione del tempo di cicatrizzazione.

 

Ipnosi clinica in cardiologia

– Nella prevenzione e nella riabilitazione di pazienti con disturbi cardiovascolari è indicata l’Ipnosi come terapia di sostegno, come psicoterapia, come supporto al trattamento farmacologico, per l’effetto ansiolitico, antalgico,  ipotensivo, bradi-tachicardico.
– L’eventuale influenza dello stile di vita, delle abitudini, della reattività, del dinamismo, sulla sullo stato di salute cardiaca, è stato oggetto di attenzione, particolarmente degli studiosi Thereson e Powel, che attribuivano al modello comportamentale di tipo A, la responsabilità di insorgenza ed aggravamento di patologie cardiache, tra cui l’infarto. L’Ipnosi interviene a livello  psicologico, particolarmente  su alcune caratteristiche tra cui:
– Le relazioni professionali, familiari disadattive
– Le abitudini voluttuarie
– Lo stress e l’emotività
– Il ritmo quotidiano
– La qualità di vita
– L’alimentazione
– La sedentarietà
– Inoltre, può ridurre l’ansia, la suscettibilità allo stress e prevenire l’insorgenza o l’aggravamento di patologie cardiache.

– L’ipnosi viene praticata in Studi Specialistici ed è una prestazione elargibile dal SSN negli Ospedali accreditati, con impegnativa del medico per:
– Ipnoterapia – Ipnosi – Ipnosi per analgesia

Plagio in medicina

– Plagio in medicina: la ipnosi non può modificare i principi morali del soggetto.
– …la Corte Costituzionale con sentenza 8.6.81 N° 96 dichiara la illegittimità della norma che configurava il delitto di Plagio…
– L’ipnosi è una tecnica medica usata in psicoterapia, in clinica medica, come supporto ad altre discipline specialistiche e come trattamento monoterapico.
– Sono stati studiati i correlati neurofisiologici della trance, come il metabolismo cerebrale, l’attività Orto e Parasimpatica ed altro.
– L’operatore sanitario abilitato: medico chirurgo,  psicoterapeuta, viene rigorosamente preparato in vari tipi di scuole.  In Italia, l’A.M.I.S.I (Associazione Medica Italiana per lo Studio dell’Ipnosi) a Milano, è sede della Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica, riconosciuta dal MURST  – ora MIUR ( DM. 20 03 1998) ed è la prima scuola di Ipnosi in Italia.
– L’Ipnosi è un mezzo terapeutico ad ampio ventaglio di intervento. Efficace, veloce, con scarsi limiti d’intervento. Senza effetti collaterali (se non iatrogeni).
– In medicina interna può essere trattamento di prima scelta, come sintomatico o come terapeutico:
– ansia
– insonnia
– iperattività
– aggressività
– somatizzazione
– tabagismo, potus
– disturbi alimentari
– analgesia, preanestesia
– ansia pre-post chirurgica
– La prestazione viene erogata privatamente e tramite il SSN nelle Regioni accreditate (Abruzzo non ancora).

 

Cenni su ipnosi

Ipnosi clinica ed EMDR
– La psicoterapia non è la terapia dei “matti”, come ancora molti pensano, ma una specializzazione alla quale possono accedere i medici e gli psicologi, per curare disagi e patologie dell’Uomo, che lo coinvolgono nelle relazioni sociali, professionali, sentimentali, nel rapporto con sé stesso e nella crescita armoniosa dell’età cronologica, biologica e psicologica e sociale.
– La psicoterapia mira al recupero del benessere psichico, anche fisico, quando il corpo ne è coinvolto o è la causa dei disturbi come nella depressione a causa dell’ipotiroidismo o di qualche parziale o totale invalidità.
– La mente e il corpo interagiscono in un’integrazione indissolubile. Infatti un disagio psichico può esprimersi con sintomi fisici, spesso gli stessi di qualche patologia organica, come l’Ansia che può favorire la insorgenza di acidità gastrica, ulcera gastroduodenale, colon irritabile e disturbi organici, come il diabete, l’ipotiroidismo, possono manifestare sintomi psichici come depressione o astenia.
– L’ipnosi è considerata da molti una ciarlataneria, anche per l’utilizzo cinematografico o dai maghi da palcoscenico. Invece è la prima forma di psicoterapia, è n nella preistoria. Da sempre una mamma ha saputo rassicurare e tranquillizzare il suo bambino spaventato.
– L’Ipnosi è stata ed è molto studiata, tanto da generare altre discipline, come la PNL (programmazione neuro linguistica).
– Quando S. Freud, medico, si interessava della sfera psichica e osservava il suo Maestro, esperto di ipnosi a quell’epoca, volle seguire  il suo metodo coi propri pazienti ma, non avendo una piena conoscenza dell’inconscio, quando si innamorò di una sua paziente (la Signorina O), scoprì il Controtransfer che inficiava i suoi sforzi terapeutici e abbandonò l’Ipnosi.
– Infatti l’Ipnosi è un processo dinamico, che richiede attenzione e rispetto della psiche del paziente, che all’epoca si stava iniziando a conoscere e a definire. Oggi si conosce l’interazione mente-corpo, si sa risalire all’origine dei sintomi e segni, mentali o fisici, e si sanno evitare gli effetti iatrogeni (quelli causati dall’operatore, per incompetenza o imprudenza).
– Il processo ipnotico si differenzia dagli altri orientamenti psicoterapeutici per la induzione della trance che il paziente impara prontamente a sviluppare, perché  la trance è un fenomeno spontaneo e fisiologico. La trance è una particolare modificazione fisiologica della coscienza ordinaria che avviene quotidianamente, spesso definita distrazione o amnesia, come quando si va in una stanza per prendere una cosa e ci si dimentica quale. L’obiettivo terapeutico è comune a tutti gli orientamenti psicoterapeutici: psicoanalisi, cognitivo comportamentale, dinamica, ed altri, ma la Trance fa la differenza perché è come una autostrada diretta all’inconscio del paziente. Per questo motivo bisogna essere molto preparati, iniziando con una specializzazione post universitaria alla quale accedono medici e psicologi.
– In traumi di massa: terremoti, atti terroristici, cataclismi, incidenti aerei, navali, ferroviari, e traumi psicologici singoli, l’EMDR è il metodo preferibile perché è risolutivo del PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress), è più indicato per grandi numeri di soggetti coinvolti . Oggi viene anche usato in casi di traumi individuali: lutti improvvisi, diagnosi infauste, separazione, pensionamenti e per molte altre patologie mentali.
-L’EMDR è una metodo americano che si è rivelato fondamentale nel trattamento del PTSD dei veterani del Vietnam, da allora si è diffuso in tutti i continenti.
– L’acronimo   significa: desensibilizzazione e rielaborazione attraverso il movimento oculare.

Ipnosi: approccio terapeutico

– Schema dell’approccio terapeutico in Ipnosi Ipnoanalisi
– Occorre ricordare che ognuno di noi ha dei bisogni psicologici che possono essere stabiliti in base alla nostra cultura:
– il bisogno di essere amato,  rispettato e capito;
– il bisogno di avere il permesso di dare una direzione propria alla vita e di avere la decisione finale, rispetto a se stesso.
– La psicoterapia rispetta il paziente e i suoi bisogni, qualsiasi essi siano, senza critiche né interferenze, se il paziente non lo richiede. Tra terapeuta e paziente si organizza una collaborazione.
– La comunicazione è molto basilare, perciò inizialmente è fondamentale uniformare il linguaggio e il significato delle parole, così da guidare il paziente a riconoscere le proprie emozioni per imparare ad esprimerle ed allenarsi a gestire le proprie reazioni e mantenere la consapevolezza delle proprie azioni.
– Il linguaggio così detto: ipnotico, oggetto di studio e origine della PNL ( programmazione neuro linguistica) è molto efficace nel colloquio medico paziente, perché non è controllato dalla coscienza.
– La psicoterapia lavorando sulle emozioni può aiutare il paziente a riconoscere e gestire anche i suoi sintomi somatici.
– Il compito del terapeuta è di utilizzare il linguaggio per aiutare a gestire i processi di guarigione, senza interpretazioni di quanto ascolta e accertandosi ogni volta che il paziente sia consapevole di quello che vuole dire e che dice.
– L’ipnosi è un processo che mediante il linguaggio consente al soggetto di imparare a rilassarsi fisicamente, e, poiché mente e corpo sono in connessione, questa condizione che il soggetto impara a creare, detta trance, distende anche le tensioni emotive, la mente si calma, insorge un senso di benessere che facilita la consapevolezza delle proprie emozioni, comportamenti, desideri, e con la collaborazione del terapeute il paziente diventa artefice della propria guarigione e riconquista del proprio benessere. Successivamente la persona, quando ha imparato a sviluppare la trance, che è un fenomeno spontaneo, quindi inconscio, può sviluppare la trance anche senza il rilassamento fisico, come avviene negli sportivi, nelle donne gravide al momento del parto, negli artisti da palcoscenico e in tante altre situazioni.

 

 

 

Autismo

Ricerca: L’autismo è diagnosticabile già a sei mesi
– Una ricerca dell’Università di Yale pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry ha scoperto che è possibile rilevare i deficit di attenzione a partire dai sei mesi di vita nei bambini che svilupperanno col tempo i disturbi dello spettro autistico.
– I risultati dello studio dimostrano che a sei mesi i neonati che un giorno soffriranno di autismo dedicano meno attenzione alle persone intorno e alle loro attività rispetto ai coetanei che non svilupperanno disturbi dello spettro autistico. I ricercatori hanno cercato la presenza di sintomi prodromici, i primi segni di disturbi dello spettro autistico, nei bimbo di sei mesi d’età .
– I bambini ai quali è stato successivamente diagnosticato l’autismo mostravano già a sei mesi una ridotta capacità di partecipare alle attività sociali proposte dall’esterno. Si tratta della prima ricerca  che dimostrare la presenza dei sintomi prodromici nel primo anno di vita del bambino. I risultati offrono nuovi parametri di riferimento per individuare i bambini più a rischio dei disturbi autistici già dai primi sei mesi.

 

Ansia da prestazione

– Capire e superare l’ansia da prestazione.
– Dietro la difficoltà a realizzare quelli che spesso consideriamo degli obiettivi importanti, può celarsi un problema di ansia di prestazione
– Questo tema, su cui è stato scritto tantissimo, continua ad essere uno della problematiche maggiormente diffuse in chi presenta un comportamento ansioso.
– L’ansia è un meccanismo positivo di attivazione che ci permette di rendere al meglio, nelle situazioni che richiedono una maggiore concentrazione, essa è utile al raggiungimento di un obiettivo, ma se mal gestita può diventare un meccanismo di auto sabotaggio che non ci permette di affrontare in modo adeguato i compiti che ci prefiggiamo.
– L’origine di questo disagio va spesso ricercata nel passato di ogni individuo: una serie di eventi fisici, sociali ed affettivi tendono a creare un insieme di vissuti emotivi-cognitivi e comportamentali che sicuramente giocheranno un ruolo rilevante nelle risposte future che fornirà all’ambiente.
– Vivere forti tensioni, sentirsi minacciati, sperimentarsi più volte vulnerabili di fronte a stimoli simili od aventi lo stesso significato, può portare, in fasi successive, ad attivare gli stessi schemi.
– Inoltre, avere dei genitori con un’elevata ansia, o figure significative particolarmente problematiche dal punto di vista affettivo a cognitivo, possono rappresentare dei modelli che l’individuo tenderà ad imitare, anche se questo potrà portare alla sofferenza o ad un cattivo adattamento ambientale.
– Ciò che differenzia in generale l’ansia da valutazione, da altre forme di ansia è l’importanza data al contesto ambientale ed al concetto di prestazione.
– Il risultato della prova è continuamente percepito in relazione al giudizio dell’altro, un giudizio che per il soggetto con ansia da prestazione deve essere completamente positivo, uscire da questo ideale di perfezione viene vissuto in modo negativo. Una serie di idee irrazionali alimentano questo modello: “devo raggiungere un ideale di perfezione”, “ se non raggiungo la perfezione, non ho successo e per questo sarò emarginato e rifiutato dagli altri”. Questa visione rigida coinvolge tutta la persona, pertanto basta un solo errore per far precipitare la sua autostima, e generare un profondo malessere.
– Le situazioni sociali in cui compare l’ansia da prestazione sono molteplici e possono racchiudere diversi ambiti della nostra vita: scolastico, sportivo, lavorativo, sessuale e relazionale. L’ansia da prestazione scolastica, in genere insorge in seguito a fattori scatenanti in ambito familiare, un lutto, una separazione o un genitore a cui si vuole dimostrare di essere bravo.
– Quando compare possono manifestarsi stati di tensione, irritabilità, insonnia ed altri disturbi che vanno accentuandosi con l’avvicinarsi dell’esame, quest’ansia è alimentata da una visione della persona che attribuisce all’esame un valore molto più alto rispetto a quello reale, credendo che dall’esito di questa prova dipenda non solo l’andamento dell’intero corso di studi ma il suo percorso lavorativo, la sua affermazione sociale, ed addirittura l’idea che genitori, parenti ed amici hanno di lui.
– Questo eccessivo valore dato alla prova induce dei vuoti mentali o una confusione tale da compromettere l’esito dell’esame indipendentemente dalla preparazione. Chi soffre d’ansia d’esame sente che durante l’esame, non viene valutata solo la sua preparazione scolastica, ma anche la sua intelligenza e le sue capacità personali. Egli fa dipendere la sua autostima da un riconoscimento esterno, questo meccanismo è molto simile anche per l’ambito lavorativo e sportivo.
–  Nell’ambito sportivo l’eccessiva importanza data all’esito della performance sportiva viene vissuta in termini di approvazione-disapprovazione. La propria autostima e il proprio valore dipenderanno dal riconoscimento esterno e una cattiva performance può far perdere la stima e l’approvazione delle persone per lui importanti.
– In ambito lavorativo il meccanismo d’ansia da prestazione, può compromettere il rendimento lavorativo. La paura di non essere all’altezza dei compito, il confronto con i colleghi, il bisogno di riconoscimento da parte del capo, e l’eccessiva aspettativa riposta nel lavoro, possono indurre lo uno stato d’ansia che non permette un corretto espletamento dei compiti.
– L’ansia da prestazione in ambito sessuale, colpisce sia uomini che donne, entrambi attribuiscono alla prestazione una forte valenza, il desiderio di essere all’altezza e la paura di deludere l’altro, impediscono di vivere con serenità l’esperienza sessuale, portando come conseguenza un calo del desiderio o una difficoltà nel raggiungere correttamente l’orgasmo. A causa del significato dato al rapporto sessuale i soggetti sono colpiti da uno stato d’ansia cominciano a vivere la sessualità con timore, senza naturalezza, a lungo andare questo stato di tensione può compromettere non solo il rapporto di coppia ma anche il modo in cui ognuno percepisce l’altro sesso.
– In ambito relazionale la tendenza a cercare di far sempre una bella figura davanti agli altri, per essere accettati e riconosciuti, può nascondere la paura di non essere all’altezza e da questo dipenderà la propria autostima. Tanto più sarà importante il riconoscimento sociale, tanto può non averlo genererà malessere e come conseguenza un ritiro sociale per evitare il fallimento.
– Tutti questi ambiti se non trattati adeguatamente possono dare origine a patologie più gravi come attacchi di panico, fobie e ossessioni. Per questo è necessario e consigliabile laddove vi è una corretta diagnosi, prevenire il disagio e trattarlo in modo adeguato. La caratteristica comune è l’eccessiva importanza data alla prestazione e al suo esito, si tratta spesso di un costrutto cognitivo, dovuto a delle idee che hanno le radici nella nostra infanzia, nel sistema sociale e familiare in cui siamo cresciuti.
Attraverso una psicoterapia si può riuscire a dare la giusta importanza alle cose, acquisendo di un diverso modo di pensare e una nuova capacità di rilassarsi eliminando le componenti che disturbano l’equilibrio psichico.
– Si potrà capire e accettare di non dover per forza essere perfetti e che anche nell’imperfezione si può star bene. Riuscire a portare avanti questo processo permetterà di affrontare con meno ansia le situazioni che in passato ci hanno fatto star male, ciò migliorerà il nostro rendimento e ci permetterà di dare la giusta importanza alle esperienze che ci apprestiamo a vivere.

 

Stress: eustress – distress

– Lo stress è una condizione fisiologica di risposta a stimoli eccessivi in certe condizioni del soggetto (malattia, eccessivi impegni, cambiamenti di vita), è utile perché utilizzando le riserve di energia consente di superare momenti particolari al meglio delle proprie capacità (EUSTRESS).
– Quando questa condizione si prolunga, si accompagna a sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturiscono dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative proprie o altrui; si ha una maggiore difficoltà a sostenere un’esposizione prolungata a una intensa pressione psicologica (DISTRESS).
– Lo stress occasionale non è una malattia, ma un’esposizione prolungata o un evento molto intenso può far diventare questa reazione fisiologica in patologia grave e socialmente invalidante.